La Global March to Gaza ha cercato l’unità nella “calata” a Roma.
Questo anche se lo slogan e la campagna Stop Rearm Europe risulta un po’
scarso se non ci liberiamo della Nato. Ma tant’è, ci siamo sparpagliati per
partecipare in tutte e due le manifestazioni, con l’idea di ritrovarsi
insieme alla fine, al Colosseo.
Pensavo alla manifestazione più piccola, quella di solo diecimila…. Ci
pensate, tanti saremmo stati al Cairo, se solo il governo egiziano avesse
avuto la lungimiranza di farci riunire lì, in città, anche vietandoci di
proseguire. Sarebbe stata una bella visibilità e gli egiziani, per
controllarla, potevano cavarsela con meno esercito di quello che hanno
usato per reprimerci e rimpatriarci.
Ma quando il padrone israeliano comanda si obbedisce, e un governo
militarizzato non aveva voglia di essere più popolare, in quanto sembra che
la gente del Cairo non avrebbe certo osteggiato una manifestazione di
piazza per la Palestina.


A Roma eravamo tanti e ben combattivi, credo che anche quelli da San Paolo
lo erano. Abbiamo sentito addirittura il ministro Crosetto riconoscere che
la Nato è superata in un mondo multipolare, ma la manifestazione con le
forze presenti in parlamento non osava affermarlo.
Ora tanti dei nostri si spostano a Bruxelles dove si riuniranno i ministri
degli esteri e poi i capi di stato, approposito dei rapporti di
associazione tra UE e Israele, con tutto quello che comporta in guerre e
genocidi, ci saranno presidi, manifestazioni, si spera senza la repressione
egiziana.


Ma a Roma organizzavamo anche un training per andare in Palestina.
Si, nonostante i pazzi guerrafondai, ci sono persone che vogliono andare in
Palestina, sapendo quanto c’è bisogno di volontari internazionali per
arginare la strafottenza dei coloni. Abbiamo avuto una ventina di possibili
volontari e sarebbero stati anche di più se non fosse stata eccessiva la
stanchezza per il caldo e la fatica per il corteo e per i viaggi.
Abbiamo spiegato le difficoltà per andare, la cultura palestinese, le
attività che svolgiamo. La sera c’è stata anche una lunga intervista in
diretta con una donna di un paese vicino a Nablus. Una straordinaria donna
resistente che organizza cooperative agricole e artigianali.
Un suo leitmotiv è che loro palestinesi hanno il colore della terra che
coltivano. “Cosa vogliono questi coloni del nord Europa, pallidi e con gli
occhi chiari? Perché vogliono rubarci la terra che ha il nostro colore?”
E prima di fare la seconda parte del nostro training scopriamo che Trump ha
attaccato le tre centrali nucleari iraniane, ha tradito le trattative in
corso, ha tradito I suoi elettori a cui aveva promesso di non fare guerre.
Ma anche lui obbedisce al pazzo Netanyahu, soddisfacendo il suo desiderio
profondo: la guerra insieme contro l’Iran!
Negli USA propongono l’empeachment contro il presidente, ha saltato il
parlamento per una guerra senza minacce dirette, e i nostri governi cosa
faranno?
Si allineano alla guerra?