Il Nilo al Cairo

Il 12 è stata una giornata convulsa. Il governo egiziano aveva paura di
trovarsi davanti degli agitatori e così ha cominciato a fermare in
aeroporto. Poi hanno smesso e tanti siamo passati tranquillamente.
Il giorno dopo abbiamo comunicazioni nelle chat: prepariamoci a partire a
mezzogiorno.
Si tratta di andare a Ismailia presso uno youth hostel. Ma dobbiamo andare
alla spicciolata, se no ci fermano. Ma non facevamo cose concordate con il
governo? Come nasce questa iniziativa? Insomma il gruppo italiano viene
fermato dai coordinatori. Non andiamo o perlomeno aspettiamo di vedere cosa
succederà. È il giorno in cui ci muoviamo con circospezione, cambiare gli
hotel, trovarsi in posti anonimi come un centro commerciale, aspettiamo
notizie. Poi arrivano: “ci hanno bloccato”. “L’esercito chiude gli accessi
alla zona”. “Siamo in tanti, venite”. Però esitiamo, magari andremo più
tardi, oppure domani.
Poi arrivano notizie dei pestaggi, non da parte dell’esercito, addirittura
sono le bande di teppisti assoldati da loro.


Meno male che non siamo andati. Ma qualcuno dei coordinatori è là. Sapremo
poi che hanno sequestrato telefoni per un tempo sufficiente a prelevare
tutti i dati sui partecipanti alla marcia.
Infatti un paio di giorni dopo pare che ricominciano a cercare la gente
negli hotel, però solo quelli che erano a  Ismailia. Allora è vero che non
c’era contatto con le autorità per trovarsi a Ismailia, non si poteva
aspettare un accordo?
E la colonna Sumud dalla Tunisia? Di loro, ancora di più il governo egiziano temeva delle infiltrazioni dei Fratelli Musulmani, per destabilizzare l’Egitto. E allora vengono bloccati da Haftar e le sue milizie.
Israele da ordini e tutti obbediscono, anzi ieri ci sono stati pestaggi
anche lì. A parole il governo egiziano sostiene Gaza, ma poi obbedisce agli
ordini di Netanyahu. Anche nascosto nei suoi bunker dà ordini per restare a
galla.


La follia del Sionismo non deve finire?
Noi riceviamo un’altra proposta: un bus per andare a Rafah, autorizzato,
con solo italiani e polacchi, che non siamo andati a Ismailia. La
trattativa è in corso. Ma perché una cosa ridotta e non a nome della intera
marcia? O è solo un modo di avere di nuovo i documenti di un buon numero di
attivisti?
Infatti pare che non arriverà nessuna autorizzazione.
Insomma arrivano informazioni limitate e purtroppo un po’ confuse.  Oggi si
invitano gruppetti ad andare alle proprie ambasciate a chiedere di fare
pressioni. Ma poi gli avvocati egiziani dicono di assolutamente mandare un
solo delegato……
Donne gazawe rifugiate qui si offrono di dare una lezione di cucina:
makluba, per una ventina di persone, sia oggi che domani.
Qualcuno ci dice di lasciare il centro città. Ma io sono qui e vedo tutto
tranquillo.


Sarà la tranquillità con cui scorre il Nilo che lascia tranquillità nel
centro…… La città è caldissima, ma molto verde, non ci sono felafel in
giro, la gente sembra in attività, ma senza esagerare, è una città da 25
milioni di abitanti. Beviamo succo di mango, denso e dolce.
Aspettiamo……