Nella foto di presentazione, c’è un insetto preistorico con il piccolo sulla schiena
Ci tengo ad andare a Tuba almeno una volta. E’ il paese più sperduto nelle colline, anche se è a mezz’ora di cammino da Twani. Da lì si incamminavano i bambini chepoi venivano accompagnati da Operazione Colomba o da noi, per un tratto di strada, perchè poi, nell’attraversare l’insediamento di Mahon, venivano accompagnati da soldati israeliani. Dopo il 7 ottobre questo non si è fatto più, a Tuba fanno una specie di homeschooling, e lassù rimangono pochi pastori, in piena “firing zone”. Si ci va con un lungo giro, che dobbiamo fare per circumnavigare Mahon. Questo insediamento è diventato sempre più grande, le stalle e allevamenti che ricordavo si sono moltiplicati, il villaggio di Umm al-Kheir è attorniato da tre lati, non so come fanno. Poi come sempre a Mahon l’azienda israeliana dell’acqua (rubata) Mekorot, porta acqua abbondante, mentre le rare tubazioni di acqua palestinese vengono spesso tagliate dai coloni, solo per sfregio.

A Tuba ero stato nel 2012, con una simbolica marcia da at-Twani, con assemblee lungo il percorso, soldati che ci scortavano e coloni arrabbiati che ci osservavano. Mi ero stupito che i pastori dormissero sotto le stelle, e la cosa mi aveva riempito di osservazioni e meraviglia. Tredici anni dopo dormiamo ancora sotto le stelle, ma non c’è più poesia in questo, anche i palestinesi devono tenere fari accesi per eventuali incursioni notturne, le stelle non si vedono più!
Da Tuba chiedono una presenza internazionale di notte, temendo appunto le incursioni. Se stessimo là anche di giorno ci sarebbero ritorsioni contro i pastori, e così siamo ridotti ad andare dopo il buio e a venire via prima dell’alba. Sembra un pò senza senso…. Nella breve notte che passo là abbiamo comunque una levata di controllo: c’è un fuoristrada in giro, corriamo a vedere…. Allarme passato, non è venuto da noi. Ma vivono così tute le notti e i giorni li fanno con le pecore che camminano solo intorno a casa. Che vita sarà?
Appena rientro da Tuba vado a fare una giornata a pascolare con Khalil e i suoi cari bambini. C’è sempre l’asino per i trasporti, l’abbeverata al pozzo, bevuta anche per noi, l’acqua è buonissima e poco profonda. Poi oggi c’è il “tabacco” da raccogliere, è uno strano tabacco che si fanno qui, ora i coloni cominciano a farci le corse sopra, le piante più belle saranno 30 cm, sono grasse, ma molto diverso dal tabacco che conosco in Italia. I coloni motociclisti ci fanno scorribande, quindi andiamo a raccogliere, abbiamo riempito due carichi di asino, quattro sacconi
Per sera vado di nuovo a Umm Durit.
Alle sei e mezza del mattino successivo c’è già pièveloce con le sue pecore, magari anche senza le pecore, visto che le lascia andare per poi corrergli dietro. E’ lui che si avvicina a casa come se fosse il padrone, si siede sui muretti, fa lo spavaldo. Mohamed chiama la polizia, stranamente arrivano prestissimo. Mohamed e una figlia vanno a spiegargli l’intrusione, immagino che loro diranno “va bene ora glielo diciamo”.


Effettivamente vanno un pò più avanti, dove è arrivato pièveloce, e lo chiamano. Qui immagino questa conversazione: “il governo mi paga per dare fastidio ai palestinesi, poi voi venite a dirmi che esagero?”. E la risposta sarà stata “si scusa, hai ragione, però se ci chiamano dobbiamo fare finta di sgridarti!”


Decido di raggiungere il meeting a Ramallah, ma l’uscita da al-Khalil è disastrosa. Check Point chiudono gran parte delle uscite, obbligando a lunghe code. Questa volta l’autista opta per le campagne a Est, la route 60 dei coloni a cui limitano l’accesso. è a nord e a ovest della città. Un lungo giro dalle campagne a est ci porta aa Surif poi vicino a Beit Ummar, paese più a nord, ma lì l’entrata sulla route 60 è tra Beit Ummar e al.Arroub, spesso la chiudono per ora è aperta. Poi c’è il traffico enorme sulle poche strade percorribili, ma almeno non ci sono più check Point. Almeno trovo tanti conoscenti, non dovrò fare il giro a cercarli.