Giornata confusa, chiamate continue, ma non possiamo essere dappertutto. Stamattina abbiamo lasciato Shab al bottom, tutto sembrava tranquillo. Ma di pomeriggio chiama il coordinatore del gruppo di israeliani, ci sono coloni in movimento tutto intorno. Vuole aiuto. Il vecchio di Han dice di essere in difficoltà a portare a casa le pecore, ci sono coloni in mezzo. Vuole aiuto.
Arriviamo a Sussya in tre, siamo un numero dispari perché uno parte domani presto. Ahmed, quando arriva, è andato a fare compere con la famiglia, si sente forte, non si rassegna al solito giro in quadro nel suo “territorio”, così ci chiama e andiamo, fuori dal recinto, scendendo verso la valle, il wadi. Sul pendio c’è già suo fratello con le sue pecore, ma noi non siamo mai scesi in questo periodo. Però arriva un’altra chiamata, da Umm Nir, dove sono stato la sera del riso con la pecora bollita. Siete vicini, quelli di Sussya provate ad andare a vedere. Ci separiamo, io resto con le pecore, mando gli altri due a vedere. Prima si perdono, poi trovano i coloni con le vacche e le pecore, trovano la security dei coloni. Strada bloccata. Ahmed ha capito dove andavano e si sente con gli altri, gli dice di chiamare la polizia. Poi si richiamano, fai tornare indietro gli ajnabi (stranieri), è pericoloso.
Intanto altri due nostri volontari sono a al-Mughayyir, a nord di Ramallah. Assalto di coloni, case vandalizzate, materiale rubato (per la legge è sequestrato). C’erano addirittura dei bambini con le armi, all’assalto di donne e bambini. Quando viene chiamato l’esercito, non controllano l’incursione ma cercano di intimidire gli internazionali.


A Sussya i due rientrano, ma siccome Ahmed e io siamo lontani, la moglie li tiene vicino a casa. Io continuo a guardare in su, ma non vedo mai coloni o soldati. Le pecore mangiano, non sembra vero, sempre a testa bassa a brucare. Ahmed scende fino al fondovalle, spingo in giù anche le ultime pecore, si mangia davvero. Ma non era vietato?
Quando stiamo risalendo, un grido “i coloni”, corri a vedere. Ahmed risale con le pecore e io mi precipito dal fratello. Si stanno radunando tutti li, mentre anche qui le pecore stanno andando all’abbeverata. Coloni si stanno radunando sulla collina che è proprio di fronte alla casa. Da lì ogni tanto si presentano. Invece li vediamo correre verso il fondovalle, anche noi corriamo tutti all’altra casa, quella dove ci fermiamo per la notte.


Appena in tempo. Una decina di coloni con la faccia coperta, stanno arrivando a tirare sassi verso la casa. Ma da qui si risponde. Qualche colono è a torso nudo ma con il passamontagna. Anche le donne e le ragazze tirano sassi, non le avevo mai viste. Si vede abbastanza da lontano dove arriveranno i sassi, lo scambio continua, ma senza feriti, fino all’arrivo della polizia. Anche i coloni che tirano sassi sono quattro o cinque.


Ma da qui è il principio, non farsi vedere rassegnati, rispondere colpo su colpo. La polizia sono quattro armati di mitra, gli assalitori si ritirano, non possono certo inventarsi che li abbiamo attaccati. Strana jeep scura della polizia, di solito sono bianche, questa ha anche scritto Sciurta (polizia) in arabo, ma sono sempre dei loro, anche se non capisco quale corpo particolare. Corrono verso gli assalitori, ma non hanno preso dai campi con la jeep per fermarli, passano attraverso gli accampamenti, lasciandogli tutto il tempo per rientrare tranquilli. Arriva anche una jeep dell’esercito. Questi si guardano in giro e ripartono per andare a vedere di là. Polizia in jeep bianca era pure in zona assalitori. Va di là anche la jeep scura. Lì sgrideranno un po’?
Poi realizzo: l’assalto alla casa di Ahmed è per punirlo, è la vendetta perché ha osato andare nella sua terra a pascolare le pecore, è andato dove gli hanno lasciato mietere il suo orzo, ma non gli lasciano il pascolo. Per sera c’è assemblea di zona per valutare i fatti. All’alba la polizia staziona davanti alla casa di Ahmed, che non faccia un passo fuori posto. E così le pecore scavano anziché brucare. E gli ulivetti piantati? “Non posso recintarli,, non mi danno acqua per innaffiarli, ci vengono le pecore e le vacche dei coloni, tanto vale farli mangiare alle mie pecore!”


Altro allarme: coloni con pecore in attraversamento, sotto la casa di fianco. Corriamo a vedere. Due facce da schiaffi, proprio bulli da periferia degradata, qui con le pecore e l’invito a danneggiare i palestinesi. Di nuovo i nostri si muovono tutti insieme, ragazzi con fischietti, donne con lamierini rumorosi, che battono come fossaro pentole, noi in mezzo a provare a respingerli. Vogliono la via comoda da attraversare gli accampamenti palestinesi. Chiamata la polizia ci chiedono di allontanarci, per non incorrere in un divieto di presenza qui per gli internazionali. Quando arriva la polizia uno dei due ragazzi corre da loro per dirgli “ci hanno attaccato”. E intanto le pecore hanno attraversato davanti a casa, ci sono riusciti, con l’aiuto delle forze del disordine, che forse diranno “non fatelo più”.

