La scuola di Sussya

Masafer Yatta e oltre

Ancora in queste valli, oggi di nuovo con un bel sole, dopo giorni di nuvole e vento freddo. Abbiamo di nuovo accompagnato bambini a scuola, a Sussya. Anni fa era una scuola tranquilla, ora i coloni fanno i padroni sulla strada, e i bambini hanno paura, anche se camminiamo a una certa distanza dalla strada. Ore a pascolare pecore e osservare piante, paura nella faccia di Ali quando compaiono le 100 pecore del colono suo (purtroppo) vicino. Ha paura che gli occupino il pozzo dove abbevera le sue pecore o che gli distruggano l’ultimo pezzo di orzo che ha conservato per i suoi animali. Perciò corriamo giù a prendere posto, ma il colono è già lontano, ha scavalcato la strada principale e nuocerà ai pastori sull’altro lato.

C’è una novità che ci viene raccontata: spesso i coloni/pastori camminano portandosi dietro un tronchesino, così fanno un taglio qui, uno là, mai una cosa grossa, ma piano piano si fanno strade nuove per andare a fare danni in mezzo agli uliveti.
Tutto sembra legato alla provvisorietà, gli ulivi sembrano sempre appena piantati, gli animali mangiano poco, come se fossero in attesa, le case sono sempre mezzo costruite, come in attesa di altro, i rifiuti si buttano in giro, come se fossimo di passaggio. Ecco noi occidentali aspiriamo alla definitività, voglio tutto scritto chiaro, voglio sapere cosa è mio, voglio certezze. Qui impari la provvisorietà, nulla è definitivo, siamo di passaggio su questa terra, forse è questa idea di provvisorio che permette di vivere nonostante tutto.

Intanto una strana serata con elicotteri da guerra in giro, volano bassi, atterrano e poi ripartono…. Avevamo visto delle macchine in un terreno vicino alla strada, Ali aveva detto che erano tutte cose tra loro coloni. Anche i ragazzi israeliani non sanno spiegarci cosa c’era in ballo. Però gli elicotteri, a volte a luci spente, erano inquietanti.
Altre ore ad aspettare che escano i coloni, di nuovo nel posto di qualche giorno fa. Ma oggi non sono mai usciti, allora la testa va a quello che succede negli altri posti…..
A Nour Shams, il campo profughi dove ero stato quando c’erano stati i primi assalti due anni fa, oggi avevano in programma la demolizione di 60 edifici per farsi le loro grandi strade per prepararsi le vie per assaltare meglio il campo. Oggi in extremis hanno concesso due ore per portarsi via quello che potevano prima della demolizione. Chi si era avvicinato alle proprie case prima aveva avuto pallottole, lacrimogeni e arresti. Oggi sono dovuti rimanere sulla collina di fronte a guardare le demolizioni in corso.


E va ancora bene, perché a Gaza invece i bambini cominciano veramente a morire di fame, ci sono foto di bambini scheletrici che non oso riportare. Dicono che si fa un pasto ogni due o tre giorni.
Ma non hanno finito di bombardare, sentiamo ancora i caccia passarci sulla testa. Oggi è stata colpita una scuola trasformata in rifugio con oltre 33 morti, solo donne e bambini, in due separati attacchi.


E i prigionieri? Una commissione della Palestinian Prisoner’s Society ha finalmente potuto visitare il sottosuolo della prigione Nitsan-Ramle dove sono stati tenuti i prigionieri prelevati da Gaza. Sono venute fuori cose allucinanti. Interrogatori sotto rumori assordanti, senza cibo per giorni, con mezzo bicchiere d’acqua al giorno e pannolone per i bisogni, con un cambio ogni tre giorni, sempre bendati e con le mani legate. Ricordo che i gazawy venivano arrestati solo in quanto provenienti da Gaza, e quindi possibilmente informati, ma su cosa potevano essere informati?


A Gaza cominciano anche le nascite di bambini con gravi deformità legate ai bombardamenti Israele/USA con la sperimentazione di armi nuove indubbiamente illegali per le convenzioni internazionali, ma chi se ne frega. Ieri è nato un bambino senza cervello.

Il mondo continuerà a guardare senza reagire? Litigano dentro il governo, c’è chi dice che continuando così saranno odiati da tutti, ma intanto continuano lo stesso. Vanno avanti in Libano senza rispettare la tregua dichiarata, vanno avanti in Siria ad occuparne pezzi, come i nazisti occuparono Polonia e Cecoslovacchia con poche reazioni nel mondo.
A cosa andiamo incontro?